Vezio Alunni è stato uno degli ultimi maestri ebanisti Umbri. Con il suo lavoro ha ripreso e fatto sua la poetica e lo stile Rinascimentale, lasciando però incompiuti alcuni manufatti.
Già da bambino ero solito andare a trovare Vezio nella sua bottega. Lo trovavo spesso immerso in una polvere di trucioli, resa densa e palpabile dalla luce che filtrava dagli alti lucernari del suo laboratorio, in quel momento era affascinante vedere all’opera l’espressione della sensibilità umana attraverso le mani. Non potevo certo cogliere il senso e l’interezza del suo lavoro, la perizia tecnica e la precisione, ero comunque incuriosito da quell’uomo e intuivo che nel suo lavoro si celava il germe di un particolare tipo di qualità che va ben oltre gli stereotipi e i facili slogan pubblicitari a cui oggi siamo abituati. Il DNA di Vezio Alunni è comune a quello dei grandi artisti del passato, ciò che più di tutto li accomuna è una sensibilità per la materia al di sopra del comune, l’approccio umanistico, la dedizione, la ricerca di una propria estetica. Vezio non si rifà solo alla poetica e allo stile rinascimentale, ma fa sua una maniera di fare le cose che è tipica dell’uomo artigiano, divenuta oggi una delle merci più rare. Io credo che questo modo di lavorare e gli oggetti che produce abbiano un valore aggiunto, e soprattutto facciano parte della nostra identità storica. Nel corso dei suoi ultimi anni di vita, Vezio disegna e costruisce numerosi piani di tavoli a tarsia, comodini, sedie e trumeau che non saranno mai completati a causa della sua malattia. La singolarità sta nel fatto che su circa duecento pezzi rimasti non ne esistono due perfettamente uguali, variandone la composizione, le tipologie di intarsi, la fiamma, rendendoli dei pezzi unici e irripetibili.
L’ambizione di Collezione Alunni è quella di porre l’accento su questo modus operandi, al di là della visione anacronistica, accettando la contaminazione con la contemporaneità, recuperando un’eredità materiale ma soprattutto immateriale ibridata da nuove forme materiali che sappiano esaltare il valore del manufatto e del processo che lo genera. Per non creare dei falsi storici abbiamo la responsabilità di lavorare con gli strumenti e le forme che abbiamo a disposizione oggi. “Questa prassi non costituisce un fenomeno di re-styling ma qualcosa di più, perché ciò che si produce, e il relativo scarto tra vecchio e nuovo, va oltre l’orizzonte conoscitivo consolidato.” Il nuovo manufatto è un catalizzatore di eventi, racchiudendo in sé diverse epoche storiche. Il tempo della citazione (rinascimentale) il tempo della realizzazione (‘900) ed infine il nostro tempo, quello dove le nuove forme abbracciano la preesistenza, rendendo la somma delle parti contemporanea. Il nuovo innesto è l’elemento di rottura e di innovazione, un intervento in ottone satinato brunito Parafrasando Richard Sennett: abbiamo il dovere di salvaguardare questa maniera di fare le cose, tipica dell’uomo artigiano, reinterpretando e attualizzando una delle eccellenze umbre che certamente fa parte della nostra identità storica. La scelta del logo pone l’accento sul tempo dell’ispirazione (rinascimentale) dell’Ebanista.
Vezio Alunni
L’ambizione di Collezione Alunni è quella di porre l’accento su questo modus operandi, al di là della visione anacronistica, accettando la contaminazione con la contemporaneità, recuperando un’eredità materiale ma soprattutto immateriale ibridata da nuove forme materiali che sappiano esaltare il valore del manufatto e del processo che lo genera. Per non creare dei falsi storici abbiamo la responsabilità di lavorare con gli strumenti e le forme che abbiamo a disposizione oggi. “Questa prassi non costituisce un fenomeno di re-styling ma qualcosa di più, perché ciò che si produce, e il relativo scarto tra vecchio e nuovo, va oltre l’orizzonte conoscitivo consolidato.” Il nuovo manufatto è un catalizzatore di eventi, racchiudendo in sé diverse epoche storiche. Il tempo della citazione (rinascimentale) il tempo della realizzazione (‘900) ed infine il nostro tempo, quello dove le nuove forme abbracciano la preesistenza, rendendo la somma delle parti contemporanea. Il nuovo innesto è l’elemento di rottura e di innovazione, un intervento in ottone satinato brunito Parafrasando Richard Sennett: abbiamo il dovere di salvaguardare questa maniera di fare le cose, tipica dell’uomo artigiano, reinterpretando e attualizzando una delle eccellenze umbre che certamente fa parte della nostra identità storica. La scelta del logo pone l’accento sul tempo dell’ispirazione (rinascimentale) dell’Ebanista.